PASSO DELLA GARDETTA (CN)

La mia prima esperienza di sci alpinismo e avvenuta in Val Maira in provincia di Cuneo, e la meta era il Passo della Gardetta , a 2480 metri.

Partenza da Sanremo al venerdi pomeriggio insieme ai miei compagni Andrea e Claudio. Sotto una fitta nevicata siamo arrivati al Rifugio del piccolo abitato di Chialvetta dove abbiamo mangiato e dormito.

La mattina dopo ci siamo svegliati che nevicava ancora un pochino ma sperando nel tempo ci siamo messi lo stesso in marcia io e Andrea avevamo gli sci d'alpinismo Claudio aveva le ciaspole. Da subito avanzavamo a fatica, le tracce precedenti erano state cancellate dalla fitta nevicata e dovevamo aprire noi la strada, più si saliva e più si affondava nella neve, i paesaggi che si aprivano davanti ai nostri occhi ci ripagavano della fatica che stavamo facendo. Sembrava di stare in un quadro, tutto era immacolato senza segni eravamo i primi ad intaccare quel manto nevoso.

La prima parte della salita si svolge su un sentiero abbastanza largo e non molto ripido, si sale agevolmente, (noi abbiamo faticato per via della forte nevicata che era caduta nella notte), fino al piccolo abitato di Pratorotondo , e subito dopo si passa per Viviere, entrambe in inverno sono disabitati in quanto non raggiungibili se non con gli sci. Da li si prosegue oltre e si inizia una sentiero tutto segnalato dai cartelli che, sempre con una pendenza moderata porta al Prato Ciorliero , dove si trovano i resti di vecchie caserme militari, qualcuna restaurata dai pastori.

Da li in poi abbiamo abbandonato il sentiero e tenendoci sempre nel centro della valle, che è rialzata rispetto ai lati, per evitare il rischio di essere investiti da qualche valanga abbiamo iniziato gli ultimi 500 metri circa di dislivello. Claudio a Prato Ciorliero aveva rinunciato a continuare, sprofondava con le ciaspole non riuscendo più a salire, io e Andrea abbiamo provato a salire lo stesso, ma dopo 300 metri di dislivello percorsi e l'emozione di ammirare due valanghe staccarsi dai lati della valle (magnifiche e allo stesso tempo terrificanti sembrava che scendesse tutta la montagna dal rumore che facevano) abbiamo dovuto rinunciare all'impresa, avevamo la neve al ginocchio e spingersi avanti era uno sforzo enorme, avevamo ancora 200 metri di dislivello ma salivamo a rallentatore con una fatica immensa e ci stavamo mettendo un'eternità.

Delle 3 ore che avevamo preventivato per arrivare in cima eravamo gia sopra di 1 e mezza e ci sarebbe voluto troppo tempo senza contare la discesa che non sarebbe stata per niente facile. La discesa come previsto si è rivelata più faticosa del normale, la grande quantità di neve scesa nella notte ci faceva sprofondare e anche nei punti più in pendenza dovevamo spingere per avanzare. Dopo un ora e mezza di fatiche eravamo davanti al rifugio di Chialvetta. Eravamo stremati ma contenti non avevamo vinto la sfida con la montagna ma quella con noi stessi si, eravamo soddisfatti del fatto che eravamo stati gli unici a salire in quella giornata. Tutti avevano rinunciato. Di quella giornata mi resta la grande fatica fatta, appagata però da tutto lo spettacolo che la natura ci ha offerto, forse per ripagarci del fatto di non averci permesso di arrivare in cima. E' lei la padrona di casa noi siamo gli ospiti e dobbiamo rispettarla, sempre.

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